E’ certamente un prodotto di nicchia. Rarissima da trovare, coltivare ma soprattutto da assaggiare. Si tratta della patata blu di Margone, minuscola frazione di Vezzano a quota 947 nella Valle dei Laghi, ai piedi delle rocciose propaggini del Monte Gaggia. Questo particolare tubero è coltivato a livello amatoriale, da circa 15 anni, dal sessantanovenne Albino Bressan. Noto personaggio della valle per la sua proverbiale disponibilità e cordialità con chicchessia. Quest’anno il raccolto non è stato particolarmente consistente (circa 150 Kg) a causa della forte siccità, ma anche perché il campo si riduce a poco più «due bine» (filari di patate) di nemmeno 100 metri di lunghezza. Le prime “semenze” sono state portate a Margone dalla sorella Anna, da molti anni emigrata in Svizzera. Ogni anno però, durante le vacanze estive, porta al fratello dei tuberi nuovi, affinché a livello genetico non sì “imbastardiscano” più di tanto. Le patate hanno una dimensione non particolarmente grossa, il sapore è quello caratteristico delle patate, ma…il loro colore è un gradevole blu-violaceo. Provate dunque ad immaginare un piatto di patatine fritte blu, un purè dello stesso colore, degli gnocchi con questa tinta. Un vero spettacolo per la vista più che per il palato. Ovviamente le patate sono biologiche perché non si esegue alcun trattamento chimico, salvo mettere un po’ di “grassa” (letame) nel terreno prima della semina primaverile. Sicuramente questo patrimonio dell’agricoltura trentina (e non solo), andrebbe seguito dai competenti uffici provinciali all’agricoltura, vista la particolarità del prodotto e l’enorme richiesta da parte degli amici di Albino Bressan, desiderosi di coltivare questa straordinaria patata dal colore blu. Tubero che però solo a Margone cresce così bene, grazie ad un terreno speciale e per la presenza quotidiana della brezza l’Ora del Garda.
P.S.: se tagliata tende ad ossidarsi al rosso (ma nel piatto ritorna bluastra)
19 gennaio 2008
Le patate blu
Pubblicato da dimipaga alle 9:09:00 AM
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